La sanità malata necessita d’interventi. Le cause e i rimedi

Intervista al Presidente Pierantonio Muzzetto

Le novelle legislative ultime, dalla Responsabilità, alle Dat e al riordino degli Ordini hanno segnato la linea Maginot della professione medica, attaccata da più parti e sacrificata sull’altare del “tutti insieme appassionatamente”, uniti nel task shifting, confusi nelle competenze più avanzate in altri ruoli, dal verbo regionale e dalle argomentazioni dei postulatori del cambiamento.

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A Carosino una medaglia al valore civile

A Carosino una medaglia al valore civile

Il Presidente Muzzetto: "La nostra categoria si riconosce in quei valori che egli impersonava e che l'Ordine acquisisce come eredità"
A Carosino una medaglia al valore civile
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il prefetto Luigi Viana nel procedere alla consegna dell’onorificienza alla memoria del dottor Claudio Carosino ha voluto fossero presenti le Istituzioni civili dello Stato, ma anche quella Ordinistica in rappresentanza del mondo medico parmense.
 
“Medico di famiglia, svolse la sua professione per più di trent’anni nel centro cittadino di Sant’Andrea di Busseto e nelle frazioni viciniori con grande slancio, passione e disponibilità. Una domenica pomeriggio veniva ucciso a colpi di fucile da un suo paziente affetto da disturbi psichici, che con spirito di dedizione era andato a visitare. Chiaro esempio di umana solidarietà ed elevato senso del dovere”.
 

Con questa motivazione il Presidente della Repubblica ha conferito alla memoria al dottor Claudio Carosino, medico di famiglia ucciso a Busseto domenica 24 ottobre 2010, la medaglia di bronzo al merito civile.

L’onorificenza è stata consegnata, nelle mani della vedova Maurizia, che era affiancata dai figli Cristina e Stefano e dalla mamma del medico, Pia Scandolara, dal prefetto Luigi Viana, dal presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, dal sindaco Maria Giovanna Gambazza e alla presenza del presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Parma Pierantonio Muzzetto, durante una toccante cerimonia ufficiale che si è svolta in Prefettura.

 

Il ricordo del Presidente Omceo Pr e Frer Om Pierantonio Muzzetto
 

“Mi è giunta, per certo verso attesa, la comunicazione con cui sua Eccellenza il Prefetto Viana mi comunicava l’onoreficenza alla memoria assegnata al compianto dott. Claudio Carosino. E mi ha inorgoglito, come giusto e meritato tributo alla sua famiglia e per il significato che riveste per la comunità medica cui egli apparteneva.

Per non cadere nella retorica lo definisco una figura a noi cara che ci manca. E il ricordo rimane indelebile: di un medico all’antica, un umile. O come era solito definirsi in varie occasioni “un medico di campagna”, con questo considerandosi un servitore di chi soffrisse. Per certo verso ricorda quella figura romantica di medico alla Cronin, con la sua valigetta del dottore sempre appresso.

Se oggi fosse qui e si sentisse apostrofare come eroe, come qualcuno suole definirlo, credo che, non solo per la ritrosia alla lode, l’avrebbe considerato fuori posto, fors’anche un’eresia.

Ma egli stesso, da quel poco che l’ho conosciuto e da quanto persone a lui vicino mi hanno confermato, avrebbe preferito si dicesse piuttosto: “Ho fatto unicamente il mio dovere di medico”. Era perciò un medico che faceva il suo dovere. E che conosceva il dovere. Coniugandolo con dedizione, abnegazione, perizia ed umiltà. Era e viveva la professione.

E per questo la sua figura appartiene all’eccellenza dei medici, con valori umani e professionali di alto livello, sia nel campo umano che nella cultura medica, dimostrando anche un’apertura verso il mondo della sofferenza e del volontariato attivo, da lui sempre testimoniato e che l’ha portato, proprio per il suo senso della “missione”, ad esporre la propria vita.

Quella tragedia che ha coinvolto così pesantemente la sua famiglia, ha investito altrettanto pesantemente il mondo medico della nostra provincia. Hanno lasciato un segno le sue testimonianze che costituiscono uno snodo cruciale della professione medica, ancor più evidente oggi, in momenti così tanto delicati, ove emergono quotidianamente aspetti che poco hanno a che fare coll’essere concretamente e eticamente medico.

Una pagina che non avremmo voluto leggere, quella scritta in quei giorni di fine ottobre di due anni orsono, come anche quelle altre per analoghi fatti nefasti che hanno visto loro malgrado come protagonisti medici nell’esercizio della loro funzione, in Sardegna come in Sicilia.

Ritornando a chi era Claudio Carosino, non si possono trascurare aspetti della sua intera ed intensa esistenza professionale che, in ultima analisi, ne hanno segnato il destino. Crudele verso ad una persona disponibile e dall’indubbia dirittura morale, sempre in prima linea per avvalorare quel concetto del prendersi cura del paziente quale fondamento della buona cura.

Cosa ci rimane dunque di questa situazione, se si eccettua il dolore per la perdita di un collega e per giunta valente.

Certamente il fatto che egli fosse cosciente dei limiti del proprio agire ma allo stesso tempo uno strenuo difensore dei valori che sono propri della professione medica e del medico che pensa ed agisce con coerenza e dignità.

Come lui ha sempre fatto, senza proclami, andando controcorrente, sebbene inserito in una società come la nostra in cui è preferibile apparire e dire di fare, piuttosto che fare senza i clamori della ribalta.

Quando si dice che in questa vicenda si riconosce un’intera categoria, si crede che tutti, ma nessuno escluso, debbano farsi un esame di coscienza: c’è ancor oggi chi perde la vita per una missione.

È, quella odierna, l’occasione per riconoscere un merito alto della professione che, purtroppo, ha significato la perdita della vita per uno dei suoi esponenti più importanti.

Che insegnamento trarre da momenti come questi: sicuramente che nel nostro essere medici e nella nostra società tanto bistrattata esistono i valori. Anche se vi è un’amarezza di fondo nel pensare che per riconoscerli si debba testimoniarlo con il sacrificio della vita.

La nostra categoria si riconosce in quei valori che egli impersonava e che l’Ordine acquisisce come eredità. Un’eredità importante, per certo verso pesante, non solo per la comunità medica ma anche per tutti i cittadini ai quali si propone una visione etica e positiva dell’essere medico, espressione, cioè, di buona sanità che trova diffusione più di quanto si dica.

E’ duro dirlo, ma simili tragedie fanno crescere. Anche se, in tutta onestà, di tali tragedie ne avremmo potuto e ne dovremmo fare a meno.

Che il sacrificio di un vero Medico, sia un esempio della grandezza di una professione da perpetuare e da difendere da tutto ciò che non ne faccia parte.

I cui principi e valori sono un vero impegno per chi sia chiamato a rappresentare la comunità medica parmense ma anche per tutti i medici. Questa sarà, dunque, la nostra risposta concreta”.

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02/08/2018

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