La sanità malata necessita d’interventi. Le cause e i rimedi

Intervista al Presidente Pierantonio Muzzetto

Le novelle legislative ultime, dalla Responsabilità, alle Dat e al riordino degli Ordini hanno segnato la linea Maginot della professione medica, attaccata da più parti e sacrificata sull’altare del “tutti insieme appassionatamente”, uniti nel task shifting, confusi nelle competenze più avanzate in altri ruoli, dal verbo regionale e dalle argomentazioni dei postulatori del cambiamento.

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Editoriale

IL BILANCIO DI FINE MANDATO E IL PROGRAMMA DEL FUTURO

di Pierantonio Muzzetto

 

 

Siamo alla conclusione del triennio di gestione dell’Ordine del Medici Chirurghi e Odontoiatri e l’attuale dirigenza si rimette in gioco per il prossimo, dopo tre anni importanti per la professione medica e per gli assetti sanitari.

Ci sono stati momenti di difficoltà in ambito locale e nazionale anche in relazione alle risorse stanziate che, sebbene invariate rispetto all’anno precedente, risultano insufficienti per garantire un livello alto di assistenza ai cittadini italiani.

Si è risentito particolarmente delle politiche regionali che sono orientate piuttosto su Modena e Reggio e meno su Parma e Piacenza. Nonostante ciò si reagisce esi lavora ad un progetto per stabilizzare la sanità di Parma.

La politica regionale ha avuto un ruolo non secondario sulla sanità parmense.

È risaputo che l’attenzione riservata alle città vicine di Modena e Reggio non sia paragonabile a quella data a Parma. Ed è un dato oggettivo che ci sia una minore considerazione economica sulle reali necessità per stabilizzare e rilanciare la sanità della nostra provincia. Anche se da parte regionale si afferma il contrario, negli ultimi 14 anni si è andati incontro ad un progressivo cambiamento non certo in positivo. Ne è esempio la politica d’intervento tecnologico a livello strumentale dei reparti, non omogenea per la necessità di interventi prioritari sull’obsolescenza.

Per questo intervenire efficacemente fa parlare di sviluppo piuttosto che di stabilizzazione, che significa impegno a migliorare. In questo percorso aziende e università non sono certo sole. Appare evidente come occorra guardare al futuro con impegno, facendo squadra per rilanciare la sanità di Parma quale volano di sviluppo. Che è poi quanto l’Ordine dice da anni e con soddisfazione possiamo dire che oggi iniziamo il percorso.

Alla critica mossa che l’Ordine non abbia deciso in momenti cruciali della sanità parmense, è naturale rispondere richiamandosi alla storia di questi ultimi anni.

Partendo dal presupposto che criticare sia più facile del fare e, in un momento come l’attuale possa “a prescindere” trovare consensi, è necessario però comprendere quali siano i limiti dell’agire di un Ordine-Ente Statale cui è riconosciuta quella moral suasion che contribuisce indirettamente alle scelte e si identifica con la capacità di portare a decidere chi ne abbia ruolo e potestà.

Quale bilancio si può fare dell’attività finora svolta? Sicuramente positivo.

Per la continua azione propositiva a vari livelli e anche per l’azione svolta contro i rischi di una politica d’arretramento, che finanziamenti insufficienti e chiusura dei posti letto potevano e possono ancora determinare. Sono stati segnalati i problemi d’afflusso al Pronto Soccorso cittadino e di quello di Vaio, acuitisi con la chiusura degli ospedali zonali, ancor oggi invece presenti nelle provincie vicine (Reggio e Modena); le criticità a causa del mancato rinnovo dei contratti per i medici collocati in quiescenza, con problemi perciò in ambito ospedaliero e universitario con ripercussioni sulla medicina territoriale; la difficoltà per la diminuzione dei letti in rapporto all’insegnamento di medicina, pur avendo cercato una soluzione nel coinvolgimento degli Ospedali oggi ancora aperti e funzionanti della provincia.

I letti in ospedale sono insufficienti, checché se ne dica, non solo a Parma ma in campo nazionale. Le cause so no tante non solo le cronicità, ma le necessità d’intervento nelle acuzie e nella stabilizzazione del post-acuzie, per cui anche negli altri paesi si sta duplicando il rapporto PL/abitanti.

Dunque quello dei posti letto non è solo un fatto locale.

Fare un bilancio, oggi, di ciò che si sia fatto e perciò degli interventi nelle dinamiche della salute è facile e difficile allo stesso tempo.

Facile perché è evidente l’impegno profuso con tutti gli atti che sono oggettivi e dimostrabili, difficile perché non si ha responsabilità diretta delle scelte e per questo si è agito richiedendo, e oggi ottenendo, l’impegno alle forze attive della città. Come anche, ed è una nota positiva, a livello locale abbiamo favorito i rapporti fra medicina del Territorio e dell’Ospedale, favorendo la collaborazione tanto nella cronicità e tanto nell’acuzie. Ne è esempio l’intervento sui percorsi diagnostico terapeutici collaborando anche col mondo sindacale.

Così come si è lavorato per progetti: con la Facoltà di Medicina è stato fatto decollare l’insegnamento della medicina generale in corso di studi e quello della deontologia medica, per cui Parma è all’avanguardia nazionale. E si è intervenuto sulle problematiche del Pronto soccorso di Parma cercando una soluzione alle problematiche segnalate dai colleghi, oppure sulle tematiche dell’emergenza-urgenza territoriale con predisposizione di atti di sinergia fra medici ed infermieri. Poi è stato aperto il tavolo sull’informazione farmaceutica, quello sui percorsi di diagnosi e cura per l’integrazione clinica fra ospedale e territorio alla presenza delle Aziende e quello di programmazione sull’Ordine dei medici.

Alla critica mossa su aspetti gestionali, quali la quota ordinistica degli iscritti, o addirittura la sua abolizione come da qualche parte si sente dire, va detto che questi atti sono determinati per Legge e che in questi anni la politica economica dell’Ente ha portato da una parte a favorire la formazione, e Parma non è certo l’ultima a livello nazionale, ma anche a estinguere il mutuo per la sede con largo anticipo rispetto alla cadenza stabilita, per cui gli interventi dello scorso anno e di quest’anno sulla diminuzione della quota annuale è stata fatta in sicurezza. Ma anche prevedendo una cifra considerevole in bilancio per un incremento della formazione. Cose dette in sede di assemblea.

Per i giovani neoabilitati e per tutti i medici si è agito favorendo la formazione per l’urgenza emergenza con i corsi di BLSD (dapprima con l’ASL e poi con la CRI) gratuita per i primi (il che equivale ad un contributo indiretto di oltre 1/3 della quota), e a modesto contributo per gli altri. Poi si è lavorato fianco a fianco coi sindacati e Parma è stata sede di un Seminario con i segretari nazionali dei sindacati autonomi dei medici e universitari sull’atto medico. L’atto medico che è il primo degli interventi su cui ci siamo spesi e che diventa vitale per la professione e per il futuro dei nostri giovani colleghi, oggi posti di fronte alle innovazioni regionali che si basano sul task shifting che è il sistema di assegnazione di funzioni mediche ad altre figure non mediche, di fatto deprivando i medici futuri da una parte crescente di attività peculiari che “il richiamo alla prestazione specialistica del medico” non può da solo giustificare. E noi, come Ordine di Parma, siamo stati in quest’ultimo anno i difensori del medico e su questo abbiamo coinvolto il mondo ordinistico nazionale e quello sindacale nazionale.

Sono stati intensificati i rapporti con le Istituzioni territoriali. La nostra azione si è allargata alla collaborazione con la Prefettura, per la tutela della donna e per la prevenzione della violenza di genere e sul minore; al Comune, dove siamo presenti attivamente ai tavoli comunali di Tutela della donna e prevenzione sulla violenza; partecipiamo alla Conferenza Sociale e Sanitaria. Sono poi stati intrapresi percorsi collaborativi con la Polizia di Stato e la Procura della Repubblica con cui sono stati organizzati due Corsi sugli aspetti medici e certificativi in seguito all’emanazione della Legge sull’Omicidio Stradale. Si sono stretti inoltre rapporti con l’Ordine dei Notai e continuativi con l’Ordine degli Avvocati.

Parma è intervenuta anche nel percorso della Legge sulla Responsabilità medica e su altre proposte di Legge, quali sono stati i passi?

Attraverso la redazione degli emendamenti alla Legge 24/17 con ODG approvati all’unanimità dalla Camera dei Deputati e con parere favorevole del Governo insieme agli Ordini di Bologna e Roma. Ma questo è il terminale di un’azione che è partita da lontano dalla proposizione di emendamenti fin dall’origine della discussione della proposta di Legge a livello camerale, poi con prese di posizioni pubbliche sulla stampa nazionale (Sole24ore sanità on line e Quotidiano sanità), convegni tematici in contraddittorio coi relatori della legge, gli On. Gelli e Bianco ed il consulente legislativo del Senato. 

Ci sono stati ulteriori interventi a livello nazionale e sono in sintesi sul comma Legge 566, sulla situazione dei giovani medici, sugli specializzandi e partecipanti ai corsi di formazione in MG, sui posti per l’accesso a Medicina fino alla Responsabilità medica, ai progetti di Legge su Dat e Consenso informato. Ad ultimo anche sulla previdenza e sulle assicurazioni (Enpam).

Oltre a ciò ci sono state collaborazioni non solo convegnistiche con iniziative fra Ordini di Cagliari, Bologna, Oristano, Sassari, Bari, Brindisi, Roma, Siena, Matera. 

E con redazione di mozioni nazionali (primi proponenti) ma anche con mozioni e proposte comuni con gli Ordini di Bologna, Bari, Venezia, Savona, Siena. 

Parma ha contribuito alla scrittura del Nuovo Codice Deontologico, e scritto alcuni dei passaggi importanti dell’etica professionale rafforzato nell’idea che una professione forte ed efficace non possa prescindere dalle regole etiche che la ispirano in ogni momento. Voglio ricordare gli argomenti trattati e gli articoli su cui si è principalmente lavorato: atto medico e pertinenze dell’agire medico anche nei rapporti colle professioni sanitarie; Dat e consenso informato; comunicazione e informazione; collaborazione fra colleghi Medicina legale e attività peritale; Medicina potenziativa; Medicina dello sport. Riguardo la scelta accademica di far entrare nell’insegnamento universitario la deontologia, strutturandone l’insegnamento è perché oggi è fondamentale il sapere ma ancor più il come sapersi comportare con la persona assistita. Un comportamento deontologicamente coerente facilita il rapporto fra medico e paziente e incide positivamente sulla curaQuanto fatto in questi anni è il coronamento di un lavoro collegiale dell’intero Consiglio ed è forte l’auspicio di poter portare a compimento le iniziative in corso.

Questi sono i punti su cui si continuerà ad agire e su cui ci si confronterà a livello locale e nazionale.

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02/08/2018

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